La coppia valutaria euro/dollaro è la più scambiata sui mercati finanziari ed è uno dei motivi per cui le oscillazioni delle due monete sono le più seguite e le analisi sul loro andamento si moltiplicano senza mai sottovalutare qualsiasi evento politico o economico che ne possa cambiare l’assetto o influenzare le dinamiche di mercato.
Le previsioni a breve, medio e lungo termine nel 2019 concordano sulla stabilità di cambio tra euro e dollaro intorno a 1,13 (1 € = 1,13 $); si tratta di una visione ottimistica della tenuta del dollaro rispetto al passato, inoltre si stima un’ulteriore apprezzamento del dollaro di circa 6 punti percentuali entro la fine del 2019 perché la prospettiva di un euro più forte del dollaro dovrà scontrarsi con le incognite di Brexit e l’andamento dei dati macro-economici della cosiddetta zona euro, in cui l’Italia – con l’aumento del deficit – potrebbe mettere a rischio la stabilità dell’intera area. L’analisi dell’andamento dell’euro sul dollaro nel primo trimestre 2019 e nel breve periodo conferma un calo dell’euro con quotazioni sotto 1,12 rispetto al dollaro e se la discesa continua, la flessione si ridurrà ulteriormente fino a toccare valori di 1,11. Occorrerà aspettare una fase riaccumulativa per attestarsi sulle stime previsionali di un cambio oscillante tra 1,15 e 1,18. L’Europa non è, però, l’unico ago della bilancia, molto dipenderà anche da alcune riforme e decisioni economiche in atto negli Stati Uniti che potrebbero provocare un tonfo del dollaro.
La banca statunitense Morgan Stanley valuta che tutto quanto abbia sostenuto l’andamento del dollaro fino ad oggi potrebbe iniziare a vacillare; in particolare ha individuato quattro fattori di depotenziamento della valuta statunitense:
Questi stessi fattori nel 2018 hanno permesso al dollaro di apprezzarsi sull’euro, ma gli effetti della riforma fiscale americana stanno svanendo e l’economia USA ha cominciato a rallentare e la Federal Reserve ha invertito la rotta contestualmente al riavvicinamento degli Stati Uniti alla Cina, anche se non sono da escludere nuove tensioni tra i due Paesi.
L’OCBC concentra la sua analisi dell’andamento economico dell’Eurozona che è vista in rallentamento ed è fonte di preoccupazione in virtù del fatto che la Banca Centrale Europea manterrà una posizione di cautela prima dell’estate influenzando negativamente il sentiment sull’euro e sul cambio eur/dollaro. Le problematiche più rilevanti sono di natura politica, in particolare l’Italia, la Gran Bretagna e la Germania.
Gli esperti di JP Morgan si sono soffermati sullo studio dell’impatto che le politiche economiche italiane avranno sul cambio euro/dollaro basando le stime sulla combinazione di due fattori:
In ogni caso, JP Morgan ha stimato entro la fine del 2019 una risalita del cambio euro/dollaro fissandolo a quota 1,19.
Gli analisti della NBoC, a differenza degli altri, sostengono la fine del restringimento monetario della Federal Reserve e la contestuale normalizzazione della BCE, ipotizzando uno slancio rialzista euro/dollaro già prima dell’estate e fino alla fine del 2019. Le previsioni degli esperti posizionano il cambio euro/dollaro a quota 1,23 entro la fine dell’anno.
Secondo le previsioni degli analisti della Bank of America, la coppia euro/dollaro invertirà nel medio termine la tendenza portando a quota 1,20 lo scambio perché si prospetta una maggiore convergenza delle politiche monetarie della Federal Reserve e della BCE. Nel 2018, gli stimoli fiscali negli Stati Uniti hanno indebolito l’euro, ma nel 2019 l’euro si rafforzerà contro il dollaro man mano che gli effetti delle manovre fiscali statunitensi scemeranno, concludendo l’anno addirittura su quota 1,25.
La Danske Bank è una delle banche commerciali più importanti della Danimarca, è autorevole in Europa ed è molto attiva sul fronte delle analisi e della divulgazione. Le sue analisi sono talmente puntuali e frequenti che è diventata un punto di riferimento mondiale per gli investitori. L’analisi della Danske Bank parte dal recente passato, un 2018 che ha disatteso le aspettative perché il comportamento del cambio euro/dollaro ha avuto conseguenze a tratti sorprendenti: terminata la crisi economica finanziaria dell’ultimo decennio, ci si attendeva, infatti, una crescita sostenuta anche dalla politica monetaria restrittiva americana. L’economia europea è effettivamente migliorata e l’aumento dei tassi di interesse statunitensi hanno agevolato la risalita, ma l’effetto inaspettato è stato un’accelerata dell’economia americana oltre le previsioni con tassi di crescita registrati pari al doppio o al triplo dei paesi europei. L’esito inevitabile è stato un rafforzamento del dollaro e l’indebolimento dell’euro con il cambio della coppia che a dicembre 2018 si è attestato su 1,13.
Partendo da questo esito, quale trend ci si aspetta per il 2019? Le previsioni della Danske Bank si basano dall’osservazione di elementi oggettivi, tuttavia non è possibile definire con esattezza cosa avverrà in futuro considerate le incognite e gli andamenti imprevisti rispetto alla logica. Ad ogni modo, la Dancke Bank stima che non vi sono elementi per affermare che il cambio euro/dollaro segni un rialzo, dal momento che già nel medio termine alcuni eventi come la Brexit da un lato e le elezioni di mietermi statunitensi non hanno suscitato gli scossoni attesi. La Banca danese stima, quindi, probabile un ribasso fino a quota 1,20 per il solo 2019, e una graduale stabilizzazione. Le valutazioni della Danske Bank si basano su alcuni elementi oggettivi:
Tutti gli elementi portano ad una previsione ribassista del cambio euro/dollaro nel 2019, con l’incognita delle elezioni politiche del Parlamento europeo e le tensioni nei singoli Stati Membri. Clicca qui per altri approfondimenti sul cambio Euro Sterlina.
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