Hai problemi a capire come funziona il mondo delle Tasse sul Trading? Oggi affronteremo questo argomento assieme. Una delle attività che ha riscontrato un considerevole sviluppo a seguito della diffusione dei computer e di internet è stata quella del cosiddetto trading online. Questo consiste, in pratica, nella compravendita di diversi prodotti finanziari (come ad esempio materie prime, titoli e valute) su vari mercati, effettuata attraverso l'intermediazione di cosiddetti Broker o società specializzate e che mettono a disposizione delle persone interessate dei programmi e delle piattaforme online. Tale attività si può tranquillamente svolgere attraverso computer o smartphone.
Essendo un'attività di compravendita finanziaria non diversa da altre ed in cui è possibile anche riuscire a raccogliere dei profitti, per coloro che annualmente vi ottengono dei guadagni e quindi delle entrate si profila anche il dovere di pagarvi delle imposte. Di conseguenza, ciascuno di tali soggetti è tenuto a pagare le tasse sul trading. Andiamo ad approfondire meglio questo particolare argomento, non sempre molto conosciuto dalla maggior parte delle persone.
Ad essere dichiarata deve essere la differenza tra quanto investito inizialmente su un'attività finanziaria online e quanto realmente guadagnato da essa. Tale differenza viene chiamata Capital Gain o guadagno in conto capitale o, ancora, plusvalenza finanziaria. Tuttavia, come vedremo, a poter essere inserite e pertanto dichiarate possono essere anche le eventuali perdite ottenute. Comunque, l'imposta su tali introiti si attesta attualmente al 26%.
Le modalità attraverso cui si possono pagare le tasse su tali introiti sono due, quindi avremo due regimi fiscali differenti:
In particolare, all'interno di quest'ultimo modello, si deve andare al quadro RT (Plusvalenze di natura finanziaria) e compilare la sezione specifica inerente la situazione del singolo soggetto e che riguarda tutti i profitti ottenuti dall'attività di trading, oltre a quelli derivanti da Future, Option e Contratti Forward e che vanno sotto la denominazione di "Altri redditi diversi di natura finanziaria".
Nello specifico, la sezione I si riferisce a plusvalenze e redditi realizzati fino al 30 Giugno 2014 e tassati al 20%, mentre la sezione II a quelli ottenuti e quindi decorrenti da tale data e che sono tassati invece al 26%. Come dicevamo, è possibile anche conteggiare e dichiarare le perdite subite, per cui si avrà la possibilità di dedurne una percentuale.
Una volta effettuata la dichiarazione di plusvalenze e perdite tramite modello Unico, si dovrà pagare la relativa imposta attraverso modello F24 e da compilare con un codice tributo specifico in base proprio alla tipologia dei proventi e alla loro derivazione. Il tutto deve essere effettuato naturalmente entro le scadenze indicate per la dichiarazione dei redditi di ciascun anno.
Comunque, considerando alcune volte la complessità della materia fiscale, ciascun soggetto che svolge attività di trading online e che intende avere chiarimenti su come dover dichiarare i profitti da essa derivanti ed eventualmente pagare delle imposte su tale attività, può rivolgersi sia a dei competenti studi di commercialisti, che eventualmente ai Caf presenti nella propria città.
Nel caso in cui, invece, si vogliano prendere informazioni direttamente su internet, è possibile trovare sia istruzioni esplicative che moduli e modelli sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Questi si possono scaricare sul proprio computer sotto forma di allegati Pdf ed eventualmente anche stampare.
Come si può fare per non pagare le imposte sul trading online nel nostro stato rimanendo nella legalità? Le soluzioni possibili riguardano il pagare meno tasse, senza per forza emigrare o passare in Paradisi fiscali, rimanendo nella legalità. Quando infatti si parla di tassazione delle rendite finanziarie, una delle domande che maggiormente ci si pone, o meglio che si vuole porre in veste di broker o investitore professionale, è proprio il modo per non pagare le imposte sul trading online. Per capire se esistono possibilità per non pagare imposte, o quantomeno ridurre il carico fiscale sulle rendite finanziarie derivanti dall’attività di trading, bisogna prima comprendere come avviene la tassazione nella nostra nazione di questi redditi. Solo così sarà possibile capire se ci possono essere delle piccole alternative praticabili, non commettendo atti illegali.
Quella però espressa tra queste righe è una mera soluzione teorica, quindi è sempre bene fare riferimento al proprio commercialista. La scelta del broker è di fondamentale importanza per capire come operare ai fini della tassazione del vostro capital gain. Uno dei primi consigli da tenere a mente e da non escludere, è quello di affidarsi ad intermediari che operano con autorizzazioni a livello europeo, questo aspetto vi farà subito riconoscere intermediari seri ed affidabili, in quanto soggetti continuamente a controllo da parte delle autorità UE. Il secondo consiglio su come avere un controllo diretto dei vostri guadagli e della loro tassazione, è quello di scegliere un broker o intermediario avente sede in Paese estero.
È decisamente meglio affidarsi ad intermediari con sede in UE, e con autorizzazione, ma con sede fuori dal territorio italiano (non c’è alcuna preclusione nella scelta del broker), ma ricordatevi che scegliere un intermediario estero, non significa andare incontro ad evasione fiscale. In questo caso gli intermediari esteri si limiteranno a inviare la rendicontazione relativa a tutti gli interessi e minusvalenze dell’anno precedente, lasciando poi al trader il mero compito di compilare la propria dichiarazione dei redditi, includendo però anche tutti i redditi derivanti da capital gain. Quindi, se vogliamo orientarci sul tecnico, anche in questo modo non è possibile fare del vero trading online senza pagare le tasse, direttamente o indirettamente. Per quanti di voi possano pensare che per non pagare le imposte sul trading, sia bastevole evitare di inserire in dichiarazione dei redditi i prospetti relativi a interessi e plusvalenze, forniti dal broker estero: sappiate che è molto più difficile di quanto pensiate.
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