Nell’imponente e vastissimo mondo del trading online ogni scelta che deve esser fatta va ponderata con le migliori attenzioni del caso. Investire soldi in borsa non è sinonimo di guadagni sicuri, anzi, spesso e malvolentieri è l’esatto contrario: se non si hanno le giuste conoscenze, se non si hanno al proprio fianco tutor di un certo spessore o comunque gente già levigata del mestiere, improvvisarsi investitori potrebbe essere un’arma a doppio taglio.
Tra le tante possibilità che ci vengono presentate quotidianamente su possibili azioni da acquistare e quindi sulle quale investire un posto di tutto rilievo va dato a Finmeccanica. O quanto meno un tempo si chiamava così.
Ad oggi la denominazione è cambiata in Leonardo (a partire dal primo gennaio 2017) ma di base l’azienda è sempre la stessa: fin dalla nascita, infatti, è attiva nella sicurezza, nella difesa, nel settore degli elicotteri, del trasporto e dell’aerospazio italiano.
Ad oggi i settori dove effettivamente opera sono sette e quindi è possibile scindere altrettante divisioni operative:
Con questi requisiti, dunque, ipotizzare un investimento sul mercato azionario non è un rischio assoluto a maggior ragione se si considera l’evoluzione storica (in positivo) che la stessa azienda ha conosciuto dal 2012 ad oggi.
L’azienda vede affondare le proprie radici nel lontano 1948 e la sua denominazione all’epoca era Società Finanziaria Meccanica – Finmeccanica S.p.A nata per dare inizio a un processo di rinascita e quindi crescita industriale nel periodo immediatamente successivo a quello della seconda guerra mondiale.
Dal 1993, complice un’indicizzazione privata, la società iniziò la propria scalata in borsa: visto il continuo ampliarsi di Finmeccanica gli anni a cavallo tra il 1999 e il 2000 furono quelli della svolta. Arrivarono infatti in questo biennio numerosissimi accordi che portarono l’azienda all’apice del successo.
Il maggior azionista di Leonardo è sicuramente il Ministero dell’Economia e della Finanza italiano che ne detiene il 30%. Ad oggi conta ben 47.000 dipendenti di cui una piccola parte che opera fuori dal territorio italiano: sono difatti ben quindici i paesi esteri dove Finmeccanica opera con grandissimi successi (tra questi spiccano USA, Gran Bretagna e Polonia).
L’ultimo piano industriale (2015-2019) prevede una cospicua riduzione dei costi di produzione e un rilancio in termini di qualità, quantità e innovazione sul territorio Mondiale.
Come detto in precedenza a partire dal 2012 la società ha conosciuto una seconda giovinezza tanto da rilanciare in modo deciso e veemente il titolo di Finmeccanica nel mondo trading.
A dimostrazione di quanto appena detto ci sono i numeri che si sono susseguiti in particolar modo tra il 2014 e il 2015: la quotazione in borsa si è praticamente raddoppiata passando dai 5,73€ per azione ai 12,11€ nel 2015 senza contare la capitalizzazione che è passata dai tre miliardi del 2014 agli oltre sette del 2015.
Nel 2016, invece, il titolo ha avuto una lieve flessione ma in compenso l’indebitamento della società è passato dai 3,28 milioni di euro a 2,85 milioni di euro a chiusura di bilancio.
Importante invece novità è quella della distribuzione di nuovi dividendi con una quota di 0,14 euro per azione: così facendo Finmeccanica ha visto risalire il proprio valore di borsa addirittura del 3% contro logica di mercato che ha visto avanzare l’indice Ftse Mib solo dello 0,7 %.
Detto questo rimandiamo a voi ogni decisione da prendere su come e dove investire: probabilmente quello di Finmeccanica, ad oggi, è uno dei canali potenzialmente più ‘sicuri’ almeno nel lungo termine pertanto la scelta finale spetta solo a voi. Fermo restando, ovviamente, di chiedere ausilio a chi del settore senza fare improvvisazioni più o meno deleterie.
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