Il regime fiscale rappresenta uno degli elementi più critici nella scelta della giurisdizione per la propria attività imprenditoriale. L'Italia e il Regno Unito offrono sistemi tributari profondamente diversi, con implicazioni significative per chi gestisce un'attività in proprio.
Menu di navigazione dell'articolo
- Aliquote fiscali: il confronto diretto tra Italia e Regno Unito
- Deduzioni e detrazioni: maggiore flessibilità britannica
- Contributi previdenziali e sistema pensionistico
- IVA e tassazione indiretta: soglie più favorevoli
- Bibliografia
- FAQ
Se stai valutando quale soluzione possa garantirti maggiori vantaggi fiscali, la Partita IVA inglese presenta caratteristiche che potrebbero risultare particolarmente interessanti rispetto al corrispettivo italiano. La comprensione delle differenze tra questi due sistemi ti permetterà di prendere decisioni informate sulla strutturazione della tua attività, ottimizzando il carico fiscale e massimizzando i profitti netti.
Aliquote fiscali: il confronto diretto tra Italia e Regno Unito
La differenza più evidente tra i due sistemi risiede nelle aliquote applicate sui redditi d'impresa. In Italia, il regime forfettario prevede un'aliquota del 15% per i primi cinque anni di attività (5% per le startup), mentre il regime ordinario può arrivare fino al 43% con l'applicazione di IRPEF e addizionali regionali e comunali.
Nel Regno Unito, la situazione si presenta decisamente più favorevole: • Corporation Tax al 19% per le società Limited (LTD) • Esenzione totale fino a £12.570 per le persone fisiche • Aliquota base del 20% per redditi fino a £50.270 • Aliquota superiore del 40% solo oltre £50.270
Il sistema britannico offre inoltre la possibilità di distribuire i dividendi con tassazione vantaggiosa: i primi £2.000 sono esenti da imposte, mentre le aliquote successive partono dal 7,5% per i contribuenti nella fascia base.
Il vantaggio competitivo per i professionisti digitali
Per i freelance e i nomadi digitali, la differenza diventa ancora più marcata. Mentre in Italia si applicano contributi previdenziali obbligatori che possono raggiungere il 27% del fatturato (Gestione Separata INPS), nel Regno Unito i contributi National Insurance sono significativamente inferiori:
• Class 2: £3,45 settimanali (circa £179 annui) • Class 4: 9% sui profitti tra £9.880 e £50.270 • Solo 2% sui profitti superiori a £50.270
Deduzioni e detrazioni: maggiore flessibilità britannica
Il sistema fiscale britannico si distingue per una maggiore generosità nelle deduzioni ammissibili. Mentre in Italia molte spese sono soggette a limiti percentuali rigidi, nel Regno Unito vige il principio del "wholly and exclusively for business", che permette di dedurre integralmente tutte le spese sostenute per l'attività.
Le principali differenze includono: • Home office: deduzione integrale in UK vs 50% in Italia • Attrezzature informatiche: 100% deducibili vs ammortamento pluriennale italiano • formazione professionale: totalmente deducibile vs limiti percentuali italiani • Viaggi di lavoro: criteri più flessibili e vantaggiosi nel sistema britannico
Capital allowances: incentivi all'investimento
Il Regno Unito offre il sistema delle Annual Investment Allowances (AIA), che permette di dedurre immediatamente fino a £1.000.000 di investimenti in beni strumentali. Questo rappresenta un vantaggio considerevole rispetto al sistema italiano di ammortamento, che richiede la ripartizione del costo su più anni fiscali.
Contributi previdenziali e sistema pensionistico
La differenza nei contributi obbligatori rappresenta uno dei vantaggi più significativi del sistema britannico. In Italia, i contributi previdenziali minimi ammontano a circa €3.800 annui per gli artigiani e commercianti, indipendentemente dal reddito effettivo.
Nel Regno Unito, il sistema offre maggiore flessibilità: • Contributi volontari per anni con reddito insufficiente • Possibilità di versamenti aggiuntivi retroattivi • Pension schemes privati con vantaggi fiscali significativi • Deducibilità totale dei contributi pensionistici fino a £40.000 annui
La gestione della doppia imposizione
Per chi mantiene interessi in entrambi i paesi, la convenzione contro la doppia imposizione tra Italia e Regno Unito garantisce che non si paghino tasse due volte sullo stesso reddito. I crediti d'imposta permettono di compensare le imposte pagate in un paese con quelle dovute nell'altro, rendendo possibile una pianificazione fiscale efficiente.
IVA e tassazione indiretta: soglie più favorevoli
Il sistema VAT britannico presenta soglie di registrazione significativamente più alte rispetto all'Italia: • UK: registrazione obbligatoria solo oltre £85.000 di fatturato • Italia: obbligo immediato all'apertura della Partita IVA
Questa differenza permette ai piccoli imprenditori britannici di operare senza gli oneri amministrativi dell'IVA per fatturati considerevoli, mentre in Italia ogni operatore è immediatamente soggetto agli adempimenti IVA.
Flat Rate Scheme: semplificazione per le piccole imprese
Il Regno Unito offre il Flat Rate Scheme per imprese con fatturato fino a £150.000, che permette di calcolare l'IVA dovuta applicando una percentuale fissa sul fatturato totale. Questo sistema: • Semplifica notevolmente la contabilità • Può risultare in un risparmio fiscale effettivo • Riduce gli oneri amministrativi • Elimina la necessità di tracciare ogni singola spesa
Bibliografia
• Autor: James Kirkup - Nome testo: "UK Tax Guide for Small Business Owners" • Autor: Marco Piazza - Nome testo: "Fisco e Partita IVA: Guida Comparata Italia-UK"
• Autor: Sarah Bradford - Nome testo: "Taxation of Small Businesses 2023/24"
FAQ
È possibile mantenere la residenza in Italia avendo una Partita IVA inglese?
La residenza fiscale dipende da diversi fattori, tra cui il numero di giorni trascorsi nel paese e il centro degli interessi vitali. È possibile avere una Partita IVA britannica rimanendo residente italiano, ma si applicheranno le norme sulla tassazione mondiale del reddito previste dalla convenzione bilaterale.
Quali sono i costi di gestione annuali di una Limited company britannica?
I costi minimi includono la registered office (£50-200/anno), il commercialista (£500-1500/anno) e le tasse societarie annuali. Il totale varia tra £800 e £2000 all'anno, a seconda della complessità dell'attività e del volume di transazioni.
Come funziona il rimpatrio dei dividendi dal Regno Unito all'Italia?
I dividendi distribuiti da una società UK a un residente italiano sono soggetti a ritenuta alla fonte del 10% in UK (ridotta dalla convenzione) e tassazione in Italia con credito d'imposta. L'aliquota effettiva dipende dal regime fiscale italiano applicabile al beneficiario.