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Quanto vale la sterlina (pound in inglese)? Parliamo della moneta del Regno Unito, ma non avendo mai aderito all’unione monetaria europea ed in piena fase Brexit – ovvero di uscita dall’Unione economica europea - ha un valore proprio raffrontato alle principali monete mondiali, ivi incluse l’euro.

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La coppia di cambio più scambiata è effettivamente euro/sterlina, seguita da dollaro/sterlina. Alla domanda: quanto vale la sterlina? La risposta è che dipende dalla moneta con la quale si scambia; nel caso dell’euro, per esempio, una sterlina vale in media 1,10 euro, di conseguenza 1 € vale circa 0,90 centesimi di sterlina. I valori cambiano sempre a seconda dell’andamento dei mercati finanziari.

Ma quanto vale la sterlina? A cosa serve conoscere il valore del cambio

Sapere quanto vale la sterlina è utile sia a chi viaggia per turismo, che per lavoro, quanto alle imprese che intendono investire o avviare attività nel Regno Unito, ma anche a quanti investono in titoli azionari britannici, così come ai forex trader, gli investitori online sui mercati valutari; ciò serve anche a valutare l’opportunità o meno di uno spostamento se la quotazione della moneta è favorevole o meno. Il valore di una moneta ha importanza per molti aspetti pratici sia di chi si reca sul posto che per chi specula a distanza in borsa. Anche se prima della Brexit, i pagamenti in euro erano comunque ben accettati, ora si rende necessario capire gli sviluppi, molto probabilmente l’euro continuerà ad essere accettato alla pari della sterlina, ma è evidente che la ricerca di un Ufficio del Cambio presso gli aeroporti, le banche e gli Exchange point nelle città britanniche tornerà ad essere una priorità di chi si sposta nel Regno Unito.

Durante il 2018, l’euro è cresciuto molto di valore rispetto alla sterlina, attestandosi spesso poco sopra la parità e questo da un lato è una buona notizia per gli investitori che trovano nella sterlina una moneta più economica da acquistare, anche se a livello locale pone la moneta britannica in una posizione di debolezza. I valori delle monete, però, sono soggetti a grandi variazioni e oscillazioni, per cui è necessario consultare i cambi ufficiali ogni qualvolta può essere utile. Il Mercato valutario è tra i più volatili al mondo, soprattutto quando il cambio tra valute non è legato a un cambio fisso.

Dove consultare in tempo reale quanto vale la sterlina e dove si cambia 

quanto vale la sterlina

Per conoscere quanto vale la sterlina in tempo reale vi sono diverse possibilità. I meno tecnologici possono consultare la pagina finanziaria del televideo, mentre chi naviga online ha molteplici soluzioni: dai siti ufficiali della Banca Centrale o della Borsa, ma anche i siti di riviste e quotidiani specializzati in finanza e mercati (come il Sole24ore), le stesse piattaforme di trading forex che offrono la consultazione dei grafici come strumento per lo studio di segnali di trading, nonché i numerosi servizi online di “conversione delle valute”, utili soprattutto per chi acquista online tramite e-commerce anche all’estero e desidera conoscere in tempo reale quanto costa il bene o il servizio che si sta acquistando. I servizi online di consultazione del cambio valutario hanno la lista delle monete ufficiali da selezionare e tra le quali effettuare il confronto.

Relativamente ai luoghi in cui cambiare una valuta, nell’imminenza di uno spostamento, ci si può rivolgere a:

  • Uffici bancari,
  • Banche,
  • Uffici di cambio italiani dislocati in vari punti delle città (solitamente stazioni ferroviarie e aeroporti, luoghi di scambio ad alta frequentazione),
  • Uffici di cambio nel paese straniero (nel caso della sterlina, in Gran Bretagna);
  • Nei negozi di souvenir del paese straniero,
  • Banche estere.

Una valuta può essere cambiata anche presso gli sportelli ATM bancari o con carta di credito o PostePay. L’operazione di cambio della moneta è soggetta a commissioni che sono più o meno care a seconda dei luoghi in cui si effettua il cambio (solitamente le banche applicano commissioni più alte).

Previsioni sull’andamento delle quotazioni della sterlina

Ora sappiamo quanto vale la sterlina ma quali sono le previsioni sull'andamento delle quotazioni? L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, nel medio e lungo periodo, continuerà ad avere ripercussioni sulla quotazione della sterlina, almeno fino alla chiusura completa del processo di distacco nel 2020 con strascichi per il periodo successivo relativamente all’assestamento dei mercati.

Storicamente, la sterlina è una moneta forte, ma subito dopo la crisi della Brexit, la valuta ha subito un tonfo e nonostante tutto permane una delle principali valute europee e presumibilmente, superata la fase Brexit, tornerà ad occupare una posizione di forza rispetto alle altre valute mondiali.

I fattori che incidono sulla quotazione sono la stabilità o instabilità politica, le condizioni macroeconomiche, fattori tecnici e il tasso di interesse. Un aumento dei tassi di interesse da parte del Regno Unito comporterà l’apprezzamento della sterlina, ma se si opterà per l’abbassamento dei tassi, si verificherà un abbassamento anche del valore della moneta.

Per gli investitori e gli speculatori, il momento di instabilità che sta interessando il Regno Unito rappresenta un’occasione ghiotta di trading soprattutto sul cambio Euro/sterlina, dove la maggiore volatilità degli scambi genera da un lato molti rischi e imprevedibilità dall’altro anche inaspettati guadagni.

Storicamente, la coppia di valute euro/sterlina è tra le preferite dai trader ed è l’ottava più popolare nel Forex; nota in gergo come “coppia di tendenza” il suo andamento è caratterizzato da lunghi periodi di tendenza al ribasso alternati a lunghi periodi di tendenza al rialzo con fluttuazioni nei periodi intermedi (nello storico delle oscillazioni, le quotazioni €/£ si spostano nel raggio compreso tra 0,56 e 0,98). L’analisi dei dati economici pubblicati dalle rispettive Banche centrali – BCE per l’euro e Bank of England (BoE) per la sterlina – serve a negoziare con successo con la coppia euro/sterlina.

Il glossario della sterlina

Il termine inglese completo per indicare la sterlina è pound sterling – Libbra o Lira sterlina – e il simbolo è “£” che deriva dal latino Libra o Lira, appunto. Convenzionalmente gli inglesi chiamano la propria moneta semplicemente “pound”, mentre nella traduzione italiana la si chiama “sterlina” senza il termine di completezza “lira” per non confonderla con le altre “lire”, nonché la stessa ex Lira Italiana.

Ogni pound o sterlina è composta da 100 centesimi, in inglese “pence” o “penny”, ma comunemente per gli inglesi è semplicemente “pee”. Quando ci si reca nel Regno Unito è importante sapere come la gente del posto chiama la propria moneta nel gergo comune, per cui:

  • Il pound è anche chiamato “quid”;
  • La moneta da 5 sterline è detta comunemente “fiver”;
  • La banconota da 10 sterline è il “tenner”.

Cambio euro sterlina: perché il Regno Unito non ha aderito all’Euro?

Nonostante facesse parte dell’Unione Europea, prima del Referendum che ne ha dichiarato l’uscita, il Regno Unito non ha mai aderito all’Euro e almeno una volta tutti si son chiesti quale fosse il motivo di questa scelta, si tratta di semplice spirito patriottico oppure ci sono altri motivi?

Come potrete immaginare, al di là del dato patriottico quello che ha un maggior peso è sicuramente quello economico.
La prima motivazione economica riguarda soprattutto la questione del cambio: dal 1995, la Sterlina si è fortemente apprezzata rispetto all’Euro, sollevando l’ulteriore questione relativa all’appropriato livello di scambio Sterlina/Euro fin dal momento dell’ingresso.

Tra gli economisti, tra il 2000 e il 2002, si era diffusa l’idea che la sterlina fosse sopravvalutata e l’ingresso nell’Eurozona avrebbe causato un problema di competitività difficile da risolvere, se non nel corso di alcuni anni e a costi alti.
Tuttavia il tempo diede torto agli economisti del periodo perché nell’ultimo periodo con il deprezzamento della sterlina nei confronti dell’euro la difficoltà economica sarebbe venuta meno, anche se naturalmente le cose variano nel tempo e sono spesso imprevedibili, soprattutto in ambito economico.

L’impatto della Brexit sui mercati finanziari: Andamento della sterlina nel 2016

I fattori di rischio che impattano negativamente sui mercati finanziari nel caso della difficoltosa Brexit sono:

  • Il tasso di cambio dollaro/sterlina;
  • Il tasso di cambio euro/sterlina;
  • Il rischio di credito sui GILTs;
  • Il principale indica azionario.

Il suggerimento per chi acquista azioni o “gioca in borsa” con titoli in qualche modo afferenti al Regno Unito è bene che pensi alla diversificazione del portafoglio e a una riduzione della componente azionaria europea e britannica in particolare.

Gli effetti immediati della Brexit sono stati evidenti all’indomani del referendum quando le principali piazze borsistiche europee – come il FTSE MIB – hanno perso oltre il 12% dei rendimenti per un eccesso di ottimismo, in quanto non si reputava probabile la vittoria degli oppositori all’UE; la vittoria dei pro-Brexit ha quindi generato nell’immediato un’ondata di choc sui mercati registrando una massiccia vendita dei propri titoli nel timore di conseguenze negative derivanti dalla Brexit sulle finanze dei Paesi europei e dall’altra parte un calo vertiginoso dei compratori che ha generato un notevole crollo dei prezzi.

Le conseguenze a lungo termine della Brexit nei mercati azionari

Fino a quando il processo di uscita dall’Unione Europea non è completo e il Regno Unito stabilizzato sia politicamente che economicamente, la valutazione dell’impatto della Brexit a lungo termine sui mercati resta difficile e incerto. I timori che hanno colto gli investitori sono gli stessi delle Banche Centrali, le quali per limitare i danni annunciano iniezioni massicce di moneta, soprattutto euro e yen: La Banca Centrale Europea (BCE), la Banca Centrale del Giappone, la Banca Centrale d’Inghilterra, la Banca Svizzera, la Banca del Canada e la Federal Reserve si sono impegnate a introdurre più liquidità per contenere le turbolenze sui mercati finanziari con lo scopo di garantire stabilità delle valute.

Non è ipotizzabile un vero e proprio tracollo, in quanto il Regno Unito era già fuori dalla Zona Euro – avendo preferito mantenere la propria moneta, la sterlina, pertanto i mercati europei resteranno sostanzialmente stabili e sicuri, i grandi investitori potrebbero indirizzare presto i propri investimenti sulle principali piazze europee provocando una significativa e favorevole ripresa dei titoli europei considerando che i prezzi sono molto invitanti e che il rapporto rischio/rendimento delle azioni europee resta uno dei migliori al mondo, nonostante la Brexit.

Andamento della sterlina nel 2016: Cosa cambia per l’Italia

Andamento della sterlina nel 2016

Come ogni paese dell’UE, anche l’Italia sta risentendo delle conseguenze della travagliata e ancora non del tutto completa uscita del Regno Unito dall’Unione.
Uno degli ambiti che ne risente sicuramente è quello Agroalimentare, come è facile immaginare vi sono alimenti che vengono utilizzati ed apprezzati, ma che non vengono prodotti in alcuna regione del Regno (i pomodori, la mozzarella, la pasta…), in questo caso stiamo infatti passando ad un regime di libero scambio con tariffa e ciò non fa che creare la necessità di trovare degli accordi, che potrebbero essere effettuati non più con l’Italia ma con altri paesi.
Oltre al settore agroalimentare, chi risentirà del cambiamento saranno sicuramente gli studenti, la fuga di cervelli di cui sentiamo parlare da anni ha visto spesso come protagonista Londra e la sua “dipartita” dall’Unione Europea sta causando non pochi problemi agli studenti che potrebbero non pagare più la stessa tariffa dei britannici (2000-3000 sterline) ma la “tariffa overseas” che può arrivare anche a 20mila sterline.
Nonostante questo non sia tutt’ora chiaro è facilmente intuibile che la questione sia delicata e che potrebbe causare una perdita ambo i lati: per gli studenti italiani che dovranno cercare altrove e per il Regno Unito stesso che spesso si ritrova tra questi alcune delle migliori menti.

Cosa cambia per i detentori di partita IVA inglese

Dopo la Brexit, il Regno Unito ha lasciato l'Unione Europea il 1° gennaio 2021, causando diversi cambiamenti per le aziende registrate con partita IVA inglese. Anche le transazioni di e-commerce sono state influenzate, poiché la procedura utilizzata per le vendite a distanza all'interno dell'UE non può più essere utilizzata. Il protocollo sull'Irlanda/Irlanda del Nord significa che l'Irlanda del Nord rimane soggetta alla legislazione dell'UE sull'IVA per i beni, ma viene considerata esterna per i servizi. È stata approvata una direttiva per prefissare i numeri di identificazione dell'IVA dell'Irlanda del Nord con "XI". Il Regno Unito non fa più parte degli scambi intra-comunitari, eliminando l'obbligo di presentare liste Intrastat e la necessità di verificare i numeri di partita IVA del Regno Unito tramite il sistema VIES. Invece, le vendite verso il Regno Unito vengono trattate come esportazioni e gli acquisti dal Regno Unito come importazioni con obbligatorie formalità doganali. Le merci spedite o trasportate tra il Regno Unito e i paesi dell'UE prima della fine del periodo di transizione sono ancora soggette alla normativa dell'IVA dell'UE.

Cambio euro sterlina: l’impatto di Brexit sul forex trading

Il trading in valute, a causa di Brexit, diventa particolarmente rischioso proprio per chi opera con la coppia di valute euro/sterlina e dollaro/sterlina. La costante difficoltà nel trovare un accordo politico per l’uscita del Regno Unito dall’Unione ha reso la sterlina una moneta instabile – a tratti debole – e già nelle settimane successive al referendum, la valuta britannica ha accusato notevoli perdite proprio contro l’euro, nel cambio euro/sterlina. Gli operatori nel Forex trading dovranno costantemente monitorare la situazione, perché le previsioni sono soggette ad alta volatilità, così come le piattaforme di Broker serie dovrebbero fornire gli strumenti utili ai loro trader per metterli al riparo dai rischi legati a tali valute. Il rialzo dei tassi di interesse operato dalla FED rende la situazione ancora più rischiosa e volatile, infatti la storia economica recente insegna che situazioni di rischio come quelle generate dalla Brexit provocano sempre effetti negativi sulla valuta. Il suggerimento è sempre quello di operare con cautela, di seguire costantemente i trend delle coppie di valute interessate, in particolare il cambio euro/sterlina e il cambio dollaro/sterlina, nonché fidarsi dei broker certificati e che mettano a disposizione dei trader tutti gli strumenti possibili per seguire i trend e percepire i Segnali di trading più consoni al proprio stile di investimento.

Cos’è il software Brexit bot per il trading in opzioni binarie

Il termine Brexit è utilizzato in questo caso per attirare gli operatori nei mercati finanziari, ma in realtà non è una vera e propria piattaforma di broker, ma un software elaborato per la gestione di denaro in modo poco limpido e soprattutto non autorizzato da alcun organo ufficiale a operare nel sistema.

Il software è stato sviluppato da Paul Harrison – la cui identità è dubbia – e viene presentato come uno strumento infallibile in grado di anticipare le fluttuazioni di valuta nel mercato Forex, grazie a un algoritmo rivoluzionario che garantisce profitti di guadagno al 100% delle negoziazioni. A sostenere la validità dello strumento, una serie di testimonianze risultate false perché è stato dimostrato che le testimonianze rese sono fatte da attori pagati per la commercializzazione del prodotto. È bene, infine notare che i migliori software legittimi e collaudati per operare nel trading, allo stato attuale, hanno un tasso di rendimento massimo dell’85% e non del 100%.

Cosa c’entra Brexit? Il software si caratterizza per metodi aggressivi di trading, facendo leva sul trader psicologicamente convinto dell’incertezza economica derivante dall’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea e quindi si stimolano forme di trading ad alto rischio, puntando sulla volatilità, un trading adrenalinico con promesse di guadagno – partendo da un deposito di 250 € - irrealistiche come 26.000 € in un giorno, 180.000 € in una settimana fino a 1 milione in sei settimane.

È notorio che nessuno regala i soldi e le promesse di guadagni facili devono essere prese con le dovute distanze perché nel trading reale è più facile perdere il capitale che guadagnare.

Ciò che attesta la mancanza di affidabilità di questo software sono:

  • L’assenza di un certificato di legittimità a operare nei mercati (Regolamentazione Cysec e lista Consob);
  • L’assenza di una versione demo gratuita per fare pratica;
  • La mancanza di trasparenza sia nella comunicazione che nella presentazione del software;
  • L’assenza di assistenza.
  • Un deposito minimo richiesto troppo alto.

Brexit Soldi Facili è una piattaforma affidabile?

Una piattaforma di Trading Online che attira molti trader ignari è “Brexit Soldi Facili” e si caratterizza anche questa per un certo livello di “aggressività” nello spingere ad aprire un conto su una piattaforma che promette un Robot capace di generare segnali per le opzioni binarie automatici di auto trading e guadagni sopra la media. I robot cosiddetti funzionanti sono quelli in grado di generare delle statistiche reali e delle percentuali di vincita in grado di fornire gli elementi per valutare l’attendibilità del sistema. Quindi, la promessa di guadagnare 1 milione di euro in un’ora è impossibile oltre che irrealistica.

La promozione mediatica è interamente impostata sulla facilità dei guadagni e sull’uso di un sito civetta promozionale costruito appositamente per attirare avventori. La comunicazione non risulta trasparente, non si allude mai ai rischi del trading e lo si presenta come un gioco. La pubblicità è quindi ingannevole e di per sé è un reato.

La piattaforma non permette di identificare univocamente il proprietario, il quale in alcune versioni si chiama Valentino Albanini, in altre Francesco Battoni, Hans Gutbergen nella versione tedesca (brexit profit), o Darren Ryler in quella inglese (brexithack).

Cosa c’entra Brexit? Anche in questo caso, il termine Brexit non ha nulla a che vedere con il trading online ed è solo un termine mediaticamente efficace per il marketing. La leva sul “fattore Brexit” non deve trarre in inganno perché l’iter di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea impatterà sulla valuta della sterlina nella misura in cui è noto che non è mai appartenuta alla Zona Euro, quindi le oscillazioni che la moneta inevitabilmente subirà saranno prevalentemente legate a scelte politiche ed economiche che ne influenzeranno l’andamento. Ipotesi che nella realtà ancora non trovano attuazione e che sono di fatto imprevedibili.

Gli elementi che inducono gli esperti a ritenere la piattaforma Brexit Soldi facili inaffidabile sono:

  • L’assenza di una registrazione presso la CONSOB e l’adesione alla regolamentazione CySec obbligatoria per operare in Italia nel trading online;
  • L’assenza di un demo per testare l’efficacia dello strumento;
  • L’assenza di una licenza.

Molti sono, inoltre, i commenti negativi sui forum specialistici di chi ha provato a fare trading con Brexit Soldi Facili, non solo con guadagni irrisori rispetto alle promesse, ma anche con notevoli perdite finanziarie.

Sebbene finora, si è presentato Brexit Soldi Facili come una “piattaforma” di trading, in realtà funziona come un bot o software di Trading automatico. Per aprire un account gratuito è necessario registrarsi presso un broker su un sito non autorizzato attraverso il quale iscriversi all’accesso del software ed effettuare un deposito minimo di 250 € solo tramite carta di credito – non accetta altre forme di pagamento. Il trading automatico pone il problema di non poter scegliere il broker con cui utilizzare il bot, né di personalizzare i settaggi.

La psicologia ed il trading online

Per avere successo nel campo del trading online occorre avere varie conoscenze, più o meno specifiche, legate sì al mondo finanziario ma non occorre mettere da parte la psicologia e l’importanza dell’esperienza.
Il giusto approccio psicologico a questo mondo rende l’esperienza più o meno semplice da affrontare, come è possibile immaginare, gli operatori non fanno che sviluppare delle strategie volte ad ottenere maggiori guadagni e di conseguenza imparare a gestire le proprie emozioni è essenziale al fine di rendere l’attività di trading un piacere e non un’ulteriore fonte di ansie, paure, stress.
Il primo passo riguarda sicuramente la scelta di creare un piano iniziale e cercare di rispettarlo il più possibile, senza effettuare manovre pericolose o cambiamenti repentini: il mercato è in continuo cambiamento, questo è vero, ma anche se ti sembra che le cose stiano andando per il verso sbagliato non demordere e impara a fare delle scelte equilibrate.

Se credi che questo approfondimento sia stato fatto bene, allora dai uno sguardo anche a quello che abbiamo realizzato sullo strumento di Google sulla finanza.

Le emozioni che ci influenzano

Naturalmente siamo degli esseri umani e in quanto tali non riusciamo a lasciare le nostre emozioni fuori, ma in questo caso specifico è importante tenerle sotto controllo per evitare perdite economiche e di salute.

La prima emozione con cui probabilmente si ha a che fare è la paura, sia quella derivante dalla poca conoscenza di grafici, tabelle e informazioni con cui avrete a che fare, sia quella causata dalla possibilità di perdere quanto investito.

Senza che ve lo dica io, la paura può essere un fattore limitante e quindi è importante che veniate a conoscenza dei rischi nel trading senza però lasciarvi sopraffare dal timore: quello che vi occorre è tempo e comprensione di quanto si sta facendo, tenendo bene a mente il motivo per cui lo stai facendo.
Il tuo peggior nemico, però, può essere l’avidità: una delle prime cose che dovrete cercare di imparare è comprendere quando arriva il momento di lasciar perdere e intascare i profitti, senza pensare che “ancora un po’” non farà male a nessuno, questa capacità di accontentarsi vi aiuterà ad affrontare anche i momenti negativi, non sempre facili da superare.
Infine, ricordatevi di essere ottimisti, senza confondere l’ottimismo con la speranza che può risultare in questo caso inutile. Pensare positivo infatti è importante per un trader (come nella vita in generale) ma a volte può farvi perdere il controllo finendo per creare fiducia nei confronti di qualcosa di incoerente (perché in costante mutamento) come il mercato finanziario.

Come difendersi

Il trading online e il trading automatico non sono da demonizzare in assoluto perché è comprovato che vi sono sistemi certificati che funzionano, utilizzati dagli stessi analisti ed esperti dei mercati finanziari, ma con i quali non è certo possibile effettuare guadagni stratosferici, se non dopo molta esperienza nell’interpretare i segnali di mercato e intuire i fattori di rischio e convenienza.

Prendere dimestichezza con i software di analisi messi a disposizione dal mercato, come ad esempio Prorealtime o Visual Trader, potrebbe essere un'ulteriore chance di difendersi da eventuali siti fraudolenti, come ad esempio il caso della truffa Forexgrand. Queste piattaforme infatti vi permettono di entrare in confidenza con il reale andamento del mercato, aiutandovi quindi ad identificare le informazioni false.

Il consiglio sempre valido per chi desidera intraprendere degli investimenti attraverso il trading online è quello di verificare sempre l’attendibilità di una piattaforma, di controllare le licenze e la registrazione presso enti e organismi nazionali e internazionali certificatori, di fare attenzione anche alla veste grafica, agli strumenti di analisi offerti, alle modalità di pagamento e deposito, al tipo di registrazione e soprattutto … diffidare dalle promesse di guadagni facili!

Se questa lettura ha stimolato la tua curiosità, allora pensiamo che la nostra analisi dettagliata su iCribis possa essere di tuo interesse.

FAQ su quanto vale la sterlina

Quali fattori influenzano il valore della sterlina?

Il valore della sterlina può essere influenzato da diversi fattori. Ad esempio, la politica monetaria della Banca d'Inghilterra può avere un impatto significativo sul valore della sterlina, così come gli sviluppi economici e politici nel Regno Unito e a livello globale. Inoltre, le fluttuazioni del mercato valutario e il cambio di valuta con altre valute possono influire sul valore della sterlina.

Qual è il valore attuale della sterlina rispetto ad altre valute?

Il valore attuale della sterlina dipende dalla coppia di valute in questione. Ad esempio, al momento della scrittura di questa risposta, il tasso di cambio GBP/USD è di circa 1,40, mentre il tasso di cambio GBP/EUR è di circa 1,16. Tuttavia, questi tassi di cambio possono fluttuare molto rapidamente in base alle condizioni di mercato.

Come posso monitorare il valore della sterlina?

Ci sono diversi modi per monitorare il valore della sterlina. Ad esempio, è possibile utilizzare un convertitore di valuta online per controllare il tasso di cambio GBP rispetto ad altre valute. Inoltre, le notizie economiche e politiche sul Regno Unito e a livello globale possono fornire informazioni utili sulle fluttuazioni del valore della sterlina. Infine, molte piattaforme di trading e servizi di notizie finanziarie offrono strumenti per monitorare il valore della sterlina e fare trading sulla valuta.

Cosa succede ai detentori di partita IVA inglese in Italia

Con la Brexit ormai effettiva, i detentori di partita IVA inglese che operano in Italia si trovano di fronte ad alcune incertezze riguardanti il loro futuro commerciale. La situazione è particolarmente delicata per coloro che hanno avviato un'attività in Italia o che stanno lavorando in questo Paese, poiché la Brexit ha creato un vuoto legale che potrebbe avere gravi ripercussioni sulle loro attività.

In primo luogo, i detentori di partita IVA inglese che operano in Italia dovranno affrontare una serie di nuove normative e regolamenti che potrebbero avere un impatto significativo sul loro modo di fare affari. Ad esempio, potrebbero essere soggetti a nuove imposte, tasse e regolamenti di import/export che non erano presenti prima della Brexit.

In secondo luogo, i detentori di partita IVA inglese che operano in Italia potrebbero dover affrontare difficoltà nell'ottenere finanziamenti e prestiti, poiché le banche potrebbero essere riluttanti a concedere credito a imprese che non sono più parte dell'Unione Europea.

Infine, i detentori di partita IVA inglese che operano in Italia dovranno affrontare una maggiore burocrazia e una maggiore complessità nell'elaborazione delle loro dichiarazioni fiscali e delle loro attività commerciali. Potrebbe essere necessario assumere professionisti esterni per gestire queste questioni, il che potrebbe comportare costi aggiuntivi.

In sintesi, i detentori di partita IVA inglese che operano in Italia dovranno affrontare una serie di nuove sfide e incertezze dopo la Brexit. Tuttavia, con la dovuta pianificazione e preparazione, sarà possibile superare queste difficoltà e continuare a operare con successo in Italia.

Speriamo che il nostro articolo su quanto vale la sterlina vi sia stato utile, scopri tutte le informazioni sulle valute mondiali con i nostri articoli su:

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.